Mondiali Qatar: l’ipocrisia a livello globale

– § – MONDIALI QATAR: L’IPOCRISIA A LIVELLO GLOBALE – § –

Stanno montando continue contestazioni, critiche, manifestazioni di contrarietà per il prossimo svolgimento dei mondiali di calcio in Qatar

Personaggi (più o meno) famosi e (più o meno) famosissimi che chiedono boicottaggi, espongono (motivate) proteste, pongono in evidenza (pur con teatrale veemenza) il fatto che trattasi di un paese che calpesta diritti di qualsiasi natura, che trattasi di un paese “barbaro”, di una dittatura, di una tirannia che meriterebbe isolamento totale.

Tutto vero e innegabile. Talmente vero e innegabile da risultare, nel 2022, assolutamente ipocrita a livello “mondiale”.

Infatti, dal 2010, anno di assegnazione della sede per lo svolgimento del campionato del mondo di calcio, non risultano tutte queste attività “intellettuali”, di rivendicazione, di sensibilizzazione che (veramente) avrebbero potuto se non impedire almeno ostacolare (in un qualche modo e in un qualche effetto) lo svolgimento di tale manifestazione: è dal 2010 che sappiamo che i mondiali si svolgeranno in Qatar e nel 2010 non è che il Qatar fosse campione mondiale di rispetto dei diritti della persona.

Dal 2010, e per tutti gli anni di costruzione di stadi (inesistenti) e infrastrutture (a supporto), non risultano particolari e palesemente evidenti manifestazioni di sdegno per gli oltre 6500 morti sui cantieri (da aggiungere un numero sconosciuto di infortuni), spesso giovanissimi, provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka. Un dato: per costruire nuovi stadi, hotel, strade e la città in cui si svolgerà la partita finale, sono stati coinvolti almeno 30mila operai stranieri. Avete assistito ad un qualche sciopero o “girotondo” in segno di solidarietà e vicinanza?

Dal 2010, e per tutti gli anni a seguire, non risulta una particolare e intensa attività che facesse indignare la pubblica opinione circa i moltissimi sospetti di tangenti, corruzione, ecc., ecc. così da approfondire indagini poi sfociate tutte (si tutte) in archiviazioni, ma lasciando moltissimi, moltissimi sospetti su misteri irrisolti.

Strano, poi, criticare la Rai per aver acquistato i diritti TV “considerato anche che l’Italia non parteciperà”.
Infatti, nel 2018 (anno di svolgimento nella così definita “dittatura russa”) l’Italia non partecipò e i diritti furono acquistati da Mediaset che fece un record di spettatori incassando cifre assolutamente importanti. Mediaset è un privato, la Rai è pubblica e l’evento, comunque, si svolgerà in quanto non è stato impedito da nessuno e non si vede perchè la Rai non debba incassare tali diritti utili per il bilancio pubblico, considerato che l’evento, in ogni caso, sarà seguito da milioni di spettatori.

E poi, che dire delle manifestazioni svolte in paesi dittatoriali o calpestatori di diritti?.

Possiamo spendere anche due parole per i campionati GP F1 in Arabia Saudita, uno Stato amico di moltissimi altri Stati occidentali (alcuni personaggi politici hanno anche amicizie fortemente “personali”) dove si impongono punizioni corporali, inclusa l’amputazione delle mani e dei piedi per i ladri e la fustigazione per alcuni crimini come la “cattiva condotta sessuale” (omosessualità) e l’ubriachezza, lo spaccio o il gioco d’azzardo dove ancora vige la lapidazione?

Sempre nel 2010, con la scusa dei primi Mondiali africani, la Fifa chiuse un occhio sulle ripetute violazioni dei diritti umani commessi dal governo del Sudafrica (in particolare i vari casi di tortura e omicidio perpetrati dalla polizia), ma ignorò anche le violente repressioni nelle favelas brasiliane per assicurare un tranquillo svolgimento della manifestazione nel 2014.

E le Olimpiadi in Cina? Non si sono svolte in un paese con dittatura, con diritti calpestati, con la pena di morte come regola generale, con dissensi non concessi, con immense costruzioni alle quali hanno partecipati moltissimi lavoratori non dotati dei diritti sindacali dei paesi occidentali?

Che dire della partecipazione dell’Italia ai mondiali nell’Argentina del colonnelli del 1978 in pieno periodo di desaparecidos?

Vogliamo fare cenno anche alla Coppa Davis del 1976 nel Cile di Pinochet, salito al potere con il sostegno dei servizi segreti americani, che vide la partecipazione (e la contestazione con maglia rossa) del team Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli.

Impossibile non ricordare anche un altro episodio (fortunatamente non andato a buon fine) risalente al 1986, quando Havelange avrebbe voluto i Mondiali in Colombia, “accettando una bizzarra candidatura sostenuta da politici corrotti e dirigenti sportivi intrallazzatori come Alfonso Senior Quevedo, in un paese in cui il calcio stava rapidamente scivolando nelle mani dei narcotrafficanti come Gonzalo Rodriguez Gacha. Non fosse stato per la drammatica incapacità organizzativa delle istituzioni colombiane, tale da rinunciare all’ultimo al progetto, la Fifa non avrebbe posto alcun veto alla pioggia di narcodollari che avrebbero sostenuto le basi del torneo” (Valerio Moggia).

Le polemiche di questi giorni, pur fondate, sembrano, ma direi, palesemente risultano, manifestazioni a favore di “alcuni” diritti, quelli che qualcuno vuol far emergere per propri interessi e vere e proprie strumentalizzazioni, manifestazione che non si esprimono per altri diritti, mantenendo costantemente aperta l’ormai famosa Finestra di Overton che affaccia solo ed esclusivamente dove per alcuni serve indirizzare la pubblica opinione, come se alcuni diritti avessero più dignità di altri.

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