Aamps Livorno: e se i conti fossero stati fatti senza l’oste?

§ AAMPS LIVORNO: E SE I CONTI FOSSERO STATI FATTI SENZA L’OSTE? §

Una semplice ricerca, ed una affidabile conferma, ed ecco che dal cilindro della Regione Toscana spunta un documento politicamente (e non solo) molto interessante

Sul sito della Regione Toscana c’è una pagina accessibile a tutti. Una pagina che riporta la programmazione dei lavori posti all’Ordine del Giorno al Consiglio Regionale di prossima discussione (“ODG del Consiglio e fascicolo d’Aula”). Una sorta di bacheca sempre aggiornata dei lavori programmati in discussione nei giorni che seguiranno.

Mercoledì 6 dicembre era in programma una importantissima mozione. Già avevo avuto conferma da “fonte affidabile”, ma a questa pagina http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/crt/seduta/esito.pdf o direttamente da qui è documentabile che la mozione è stata respinta (mozione n.1065 “non approvata”).

Era una mozione politicamente importante ed era stata presentata dal Gruppo Consiliare 5S e portava il titolo “In merito alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Toscana, con specificazione alla comunità d’ambito territoriale ATO Costa“, con documento scaricabile qui http://www.consiglio.regione.toscana.it/…/fasc…/MOZ_1065.pdf oppure direttamente qui.

L’articolo è stato successivamente aggiornato riportando il testo del verbale della seduta (documentazione scaricabile in calce all’articolo).

Dal titolo poteva non essere così chiaro di cosa si trattasse, ma se si legge il documento troviamo che:

…qualora venisse affidato il servizio senza uno specifico accordo con AAMPS S.p.A., la CONTINUITA’ AZIENDALE VERREBBE A CESSARE, così da arrecare una grave lesione agli interessi della cittadinanza interessata, nonchè ai lavoratori di AAMPS S.p.A.ed ai creditori. E’ INDISPENSABILE SCONGIURARE problematici scenari che inevitabilmente conseguirebbero alla caducazione del servizio di AAMPS, in primo luogo l’INTERRUZIONE DEL SERVIZIO VIRTUOSO DI RISANAMENTO DELL’AZIENDA partecipata, certificato dal Tribunale“.

Di cosa si sta parlando? Dell’affidamento del servizio di smaltimento rifiuti, ovviamente, che, da anni è incanalato in uno specifico, difficile e macchinoso percorso del quale, giusto o errato che esso sia, politicamente attaccabile o meno, ma anche politicamente condivisibile o meno, chi ha ideato l’avvio al concordato preventivo di AAMPS sembra non aver tenuto conto, a quanto parrebbe, ma ovvio che se fosse il contrario tali richieste non sarebbero necessarie.

Infatti, si legge ancora nel documento,

la gestione del servizio dei rifiuti di AAMPS S.p.A. NON RISULTA DESTINATARIA DI MISURE DI SALVAGUARDIA qualora si completasse l’iter di selezione del socio privato di Reti Ambienti S.p.A., con affidamento alla società mista del servizio sul perimetro territoriale comprensivo del Comune di Livorno, a differenza di quanto previsto per gestioni ambientali espletate da altre società a partecipazione pubblica che si trovano in situazioni analoghe a quella livornese come i Comuni della Garfagnana ed il Comune di Lucca“.

Quali deduzioni e riflessi potrebbero emergere da questa richiesta? Disegnamo e suddividiamo lo scenario in due momenti diversi:

  1. prima della discussione delle mozione;
  2. dopo la discussione della mozione.

1. Prima della discussione
Prima della discussione, lo scenario poteva portarci a tre possibili conclusioni, una tecnica, una politica e una giudiziaria.

Quella tecnica:

  • dal documento (quindi, non una opinione) sembra emergere che il piano del concordato non abbia tenuto conto di una serie di fattori che dessero certezza alla continuità aziendale, elemento assolutamente essenziale e determinante per la concessione di tale procedura;
  • la predisposizione del piano sembrerebbe non avesse tenuto conto neanche di premunirsi di “misure di salvaguardia”, magari già esistenti sin da prima della decisionde del Tar;
  • la decisione del Tar, infatti, che ha “bocciato” la posizione del Comune di Livorno http://iltirreno.gelocal.it/…/rifiuti-il-tar-da-torto-al-co…, ha portato alla luce tutta una certa fragilità di un piano frutto di azioni molto (o forse anche “solo”) politiche e che, sempre con lo scenario descritto dal documento, poco tecniche, sembrano aver trascurato e non poco migliori azioni “professionali” o, comunque, alquanto “delicate” sotto l’aspetto giuridico, tali da richiedere (a mio parere) una più ampia condivisione della società civile, degli enti, di altri organismi, ecc..

Quella politica:

  • la possibile debacle di una tale operazione troverebbe un facile giudizio con un solo termine: “azzardata”. Lo sarebbe sulla pelle di cittadini, sui lavoratori, sugli imprenditori, ecc.. Anche solo pensare a questo rischio, significa avere coscienza dell’esistenza dello stesso pericolo e, con questa iniziativa, chi ha avviato un tale possibile naufragio sembra puntare a scaricare su altri un possibile mancato soccorso;
  • l’eventuale concessione di un salvataggio, infatti, potrebbe determinare l’attribuzione di “meriti non meritati” a chi ha messo in mare a navigare una barca sulla quale si sta aprendo una falla;
  • dell’eventuale non concessione di un salvataggio e conseguente acquisizione di una tale responsabilità giunta a posteriori e causata da azioni (richieste) di terzi soggetti (i richiedenti la mozione), potrebbe, inoltre, non essere così facile darne spiegazione ai cittadini in quanto l’argomento sarebbe prettamente “tecnico”, molto articolato, difficile, complesse e intrigato.

Quella giudiziaria:

  • la possibile perdita della continuità aziendale, che gli stesori della mozione hanno serenamente trascritto, potrebbe determinare il fallimento tecnico (termine improprio, ma è per far comprendere) di AAMPS? Probabile, altrimenti, sarebbe una sorta di procurato allarme. Dando per scontato questo rischio, vista l’affermazione riportata nella mozione,  potrebbero prendere maggiormente vigore le indagini circa i possibili e ipotetici reati di bancarotta fraudolenta e di falso in bilancio attualmente a carico del Sindaco e dell’ex assessore al bilancio? Le basi tecnico-giudiziarie ci sono tutte;
  • ma il tema si amplierebbe ancora, perchè quanto sopra potrebbe far emergere anche delle gravissime responsabilità a tutti quei tecnici e professionisti che hanno predisposto, ma anche e soprattutto asseverato, il piano industriale sul quale si è basato il parere positivo alla concessione del concordato e che adesso si sta divulgando notizia del rischio che non “regga” (sempre stando a quanto riportato nel documento).

2. Dopo la discussione

Dopo la discussione, considerata la notizia certa e documentata della bocciatura (come si dice in termini giornalistici, “la fonte è affidabile“), lo scenario, a questo punto, è facilmente intuibile ed alcune perplessità sopra esposte potrebbero prendere vigore e questo non so se è un bene o un male. Ma c’è un dato che porta ad una sorta di peggioramento della più pessima ipotesi. Per semplicità riporto integralmente quanto già scritto in un articolo già pubblicato (prima del presente). Quanto emerso in questi giorni è ancora tutto da scoprire, ma certo è impossibile non sostenere che tale notizia non inciderà per niente sulla situazione Aamps, ma è ancora presto per capire “come e quanto”.
Si tratta di in una delle notizie più tragiche della città nella maxi truffa dei rifiuti e che ha coinvolto due importanti aziende fornitrici proprio di Aamps, la Lonzi Metalli e la Rari. Infatti, si legge su:

  • Il Fatto Quotidiano, “Rifiuti, l’inchiesta di Livorno”, “Le irregolarità hanno interessato per esempio l’Aamps, al cento per cento del Comune di Livorno” (…) “E presto nel registro degli indagati, dove sono iscritti oltre 50 soggetti, potrebbero finire altre aziende che portavano i rifiuti a Lonzi Metalli e RaRi. Possibile che non sapessero niente di quello che avveniva una volta oltrepassate le mura di “Fort Knox”? Credibile che non si siano mai chieste il perché di quei prezzi così vantaggiosi? La gestione illecita dei rifiuti, scrive il Gip, ha interessato “anche una serie di altre compagini per le quali è necessario tuttavia acquisire ulteriori dati documentali”. Appare palese e senza particolari dubbi il riferimento a quanto ancora oggi è presente a questa pagina ufficiale di Aamps e che riporta “Accordo raggiunto tra il Comune di Livorno, socio unico di Aamps SpA, e le imprese RaRi e Lonzi Metalli – Dopo un’intensa giornata di proficui confronti, l’Amministrazione Comunale di Livorno e le imprese RaRi e Lonzi Metalli informano di avere trovato un accordo che scongiura l’interruzione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio livornese. Ciò si è potuto verificare grazie al grande senso di responsabilità di tutte le parti in causa in una fase particolarmente complessa dove i fattori in gioco sono molteplici e di diversa natura”;
  • Il Tirreno, “Aamps conferirà le ceneri in altri impianti”, “La chiusura degli stabilimenti di Rari e Lonzi rappresenta un imprevisto che potrebbe avere conseguenza pesanti per la città. È Rari infatti che smaltisce le ceneri del termovalorizzatore di Aamps. Mentre Lonzi riceve la raccolta differenziata della carta”;
  • Il Tirreno, “Nelle carte spunta anche il nome di Aamps” (non ancora disponibile on line), “… emergono pressioni sulle persone legate elle istituzioni per avere notizie su eventuali indagini nei loro confronti, per strappare qualche suggerimento utile ad evitare di finire nei guai, per restare aggiornati su eventuali controlli e inchieste sulla Lonzi Metalli e Ra.Ri.“.

Quello che è certo è che con uno scenario o con un altro, il fatto che esista una tale mozione non consente di far dormire sonni tranquilli a moltissimi protagonisti della vicenda. Non di meno, la situazione è anche troppo complessa, sotto l’aspetto tecnico, e così difficilmente spiegabile, sotto l’aspetto politico, per e ai cittadini comuni i quali, come spesso accade, si mettono innocentemente e in buona fede a dormire sonni tranquilli basandosi sulla fiducia concessa ai tanti soggetti detentori di deleghe e, in tali situazioni, navigano bene solo imbonitori e menzogneri, anche con una barca che fa acqua.

AGGIORNAMENTO – Verbale della seduta pubblica del 5 dicembre 2017 (da pag.34 a pag.39). Consultazione dal sito della Regione Toscana oppure documento scaricabile.

 

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